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La Festa dell’Indipendenza americana

Che gli Americani siano un popolo particolarmente nazionalista non v’è dubbio, derivazione probabile dal fatto che l’immigrazione abbia accomunato varie persone, usi, costumi e tradizioni in un calderone che, man mano, ha cercato identificazione in qualcosa di ben più grande ed ampio che non fosse soltanto il ricordo della Madre Patria.

E così, ogni momento, ogni ricorrenza storica rappresenta l’occasione giusta per rinnovare il proprio orgoglio a stelle e strisce, innalzando stendardi e cantando a squarciagola l’inno del Nuovo Mondo. Ma il 4 luglio, il giorno dell’Independence Day, è molto di più che una semplice festa: è una vera e propria celebrazione dell’essere americani, la volontà e sopratutto la consapevolezza di essere Nazione e di seguire i principi e i valori che i Padri Fondatori hanno instillato nei cuori di ogni Yankee che si rispetti.

Durante la giornata del 4 luglio, gli americani seguono un rituale preciso, che solitamente si realizza con la partecipazione alle parate mattutine proposte dalle grande città. Per questa ricorrenza, gli uffici federali, le poste e le banche restano chiuse, mentre nelle basi militari, a mezzogiorno in punto, vengono sparati tanti colpi di pistola quanti sono gli Stati appartenenti agli USA.

In questo modo si realizza il saluto militare cosiddetto Salute to the Union, che ricorda le primissime celebrazioni dell’Independance Day del 1777, quando vennero sparati tredici colpi di pistola (all’epoca erano solo 13 le colonie facenti parti del neonato Stato Americano ndr), una volta al mattino ed un’altra al tramonto, a Bristol, nel Rhode Island. La sera, invece, c’è grande attesa per gli irrinunciabili fuochi d’artificio che illuminano la notte di tutte le città americane, dove seguendo le note dell’inno americano The Star – Spangled Banner, partono le batterie luminose fra i canti commossi intonati con la mano sul cuore.

Storia del 4 luglio

Non si può parlare dell’Independance Day senza conoscerne la storia ed i motivi che hanno portato il 4 luglio ad essere una data così importante: infatti questo giorno va a celebrare la dichiarazione di indipendenza delle colonie inglesi d’America dalla Madre Patria, operata a seguito dei moti rivoluzionari che interessarono la seconda metà del 1700. Ma andiamo con ordine.

L’anno è il 1776, nel pieno della Rivoluzione Americana, quando ormai la frattura fra le 13 colonie inglesi presenti nel Nuovo Mondo (New Hampshire, Massachussetts, Rhode Island, Connecticut, New Jersey, New York, Pennsylvania, Maryland, Delaware, Carolina del Nord e del Sud, Virginia e Georgia) e il regno britannico si era ormai delineata come insanabile, sorta prettamente a causa delle gabelle imposte dai sovrani europei.

Durante il secondo congresso continentale compiutosi il 2 luglio 1776 a sessione chiusa, venne approvata una risoluzione d’indipendenza dalla Gran Bretagna sotto proposta di Richard Henry Lee. La risoluzione, inutile specificarlo, ebbe larghissima adesione da parte del Congresso, che la tramutò immediatamente in una vera e propria Dichiarazione d’Indipendenza, per spiegare in un documento ufficiale i motivi che avevano condotto a questa decisione finale.

Tale documento venne stilato dalla Commissione dei Cinque, incaricata di preparare un bozza della Dichiarazione già dal precedente 11 giugno del 1776. Questa commissione era poi composta da cinque illustri personaggi dell’epoca: John Adams del Massachusetts, Benjamin Franklin della Pennsylvania, Thomas Jefferson della Virginia, Robert R. Livingston di New York e Roger Sherman del Connecticut. Non è ben chiaro se si tratti di leggenda o di realtà, ma si dice che l’autore principale della Dichiarazione di Indipendenza fu prettamente Jefferson.

Una volta stilato e revisionato il documento, questo venne approvato dal Congresso proprio il 4 luglio 1776. In realtà, anche qui vi è spesso un’errata convinzione che porta a credere che i membri del Congresso firmarono la Dichiarazione di Indipendenza il 4 luglio, mentre la maggior parte dei delegati firmò il documento il 2 luglio; il 4 luglio fu la data durante la quale venne mostrata pubblicamente la Dichiarazione intesa come documento, un giorno che nel tempo si è confuso fra il mito e la realtà, ma che comunque nulla ha tolto alla solennità dell’evento.

Com’era ovvio pensare, al governo di Londra questa presa di posizione da parte delle 13 colonie non aggradò particolarmente, poiché si stava per perdere un avamposto commerciale prezioso e molto ricco, il che confluì in una guerra civile, la Guerra d’Indipendenza Americana. L’esercito americano guidato da George Washington vinse contro gli inglesi solo qualche anno più tardi, nel 1781, anche se per attendere l’indipendenza definitiva si dovrà aspettare il 1783 con il Trattato di Parigi.

Ad ogni modo, dal 1776 in poi, il 4 luglio è la festa nazionale per eccellenza, che ogni città celebra a suo modo con eventi e manifestazioni di ogni tipo (scopri come si festeggia nelle principali città americane).