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Elezioni presidenziali 2020

L’Election Day negli Stati Uniti è sempre un momento molto atteso da tutto il mondo e quest’anno ha visto contrapporsi il presidente Trump contro il democratico Joe Biden. Le elezioni presidenziali si sono svolte il 3 novembre 2020, con una copertura mediatica senza precedenti, anche in Italia. Mai così tanti americani si sono recati a votare.

Come ben sappiamo, con l’introduzione del controverso voto per posta, ci sono stati alcuni ritardi e polemiche nel conteggio dei voti nei diversi Stati.

La campagna elettorale è stata infiammata dagli episodi di violenza scatenati nelle maggiori città in seguito agli omicidi di persone afroamericane per mano di ufficiali di polizia.

Dopo la morte di George Floyd l’onda del Black Lives Matter non si è arrestata e la questione razziale, come tante altre tematiche, sta ancora alimentando il dibattito tra la fazione repubblicana e quella democratica.

Vediamo quindi di conoscere meglio il presidente eletto Joe Biden.

Chi è Joe Biden

Classe 1942, Joseph Biden nasce in Pennsylvania in un’umile famiglia cattolica. Figlio di un venditore di automobili, cresce con 2 sorelle e 2 fratelli e all’età di 10 anni si trasferisce nel Delaware.

Nel 1965 il giovane Biden si laurea a Newark in scienze politiche, conseguendo poi la specializzazione in legge nel 1968. Intanto nel 1966 aveva sposato una ragazza di Syracuse che gli darà 3 figli.

Iscritto al Partito Democratico, nel 1972 diventa senatore per il Delaware, ma poche settimane dopo la sua esistenza è sconvolta dal drammatico incidente stradale nel quale perdono la vita la moglie Neila e la figlia di 13 mesi. Nel 1977 decide di risposarsi e nel 1981 nasce la figlia Ashley.

Nel 1988 si candida per la prima volta alle primarie democratiche ma non riesce ad arrivare alla nomination per la Casa Bianca.

Biden mantiene il seggio di senatore fino al 2008 e nel frattempo riceve diversi incarichi politici. Infatti, è stato Presidente della Commissione sulla giurisdizione del Senato federale e Presidente della Commissione Esteri del Senato negli anni della lotta al terrorismo islamico e della guerra in Iraq.

Nel 2007 annuncia di volersi ricandidare alle primarie, ma visti gli scarsi risultati alle urne decide di ritirarsi dalla competizione. Nell’agosto 2008 il candidato democratico Barack Obama annuncia che sarà proprio Joe Biden a ricoprire il ruolo di vicepresidente.

Il successivo 4 novembre Obama diventa il 47° presidente degli Stati Uniti e con Biden rimarranno in carica per 2 mandati consecutivi. Il rapporto tra i due sarà uno dei più solidi della politica americana e Biden diventa il principale consigliere per quanto riguarda la politica estera.

Terminato il secondo mandato nel 2016, Joe Biden non si candida alla presidenza in seguito alla morte del figlio Beau avvenuta qualche mese prima e decide di appoggiare la corsa di Hillary Clinton contro Donald Trump.

Negli anni successivi alla vicepresidenza Biden dedica il suo tempo a tematiche importanti quali lotta contro il cancro e il cambiamento climatico. Particolarmente ostile alle politiche aggressive di Trump verso la Cina e gli immigrati, si scontra pubblicamente in diverse occasioni con l’ex presidente americano.

Le primarie democratiche del 2020

Il 25 aprile 2019 Joe Biden annuncia ufficialmente la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2020 con un messaggio video contro il razzismo nel quale critica aspramente Trump. Questa è la terza candidatura alle primarie di Biden e nell’arco di 24 ore raccoglie oltre 6 milioni di dollari per la sua campagna elettorale.

Nel maggio 2019 inizia il tour elettorale da Philadelphia, città che diventa anche sede del quartier generale della sua campagna che andrà avanti al grido di vari slogan quali “Our best days still lie ahead“(I nostri giorni migliori ci attendono ancora) e “Restore the soul of America” (Ricostruire l’anima dell’America).

Per molti mesi Biden domina i sondaggi nazionali e sembra il favorito per la nomination ma le sconfitte in Iowa e New Hampshire sono interpretate come un segnale negativo. Una lieve ripresa si ha in Nevada, dove arriva secondo dopo Bernie Sanders, ma è solo con la vittoria in South Carolina del febbraio 2020 che le speranze di Biden riprendono slancio.

A marzo gli altri candidati democratici Klobuchar, Buttigieg e O’Rourke si ritirano dalle primarie e danno il proprio sostegno a Joe Biden. Nel Super Tuesday del 3 marzo 2020 Biden vince in 10 Stati su 14 e sia Micheal Bloomberg che Kamala Harris annunciano il proprio ritiro.

Nel dibattito del 16 marzo Biden rivela che il suo vicepresidente sarà una donna e il giorno seguente vince le primarie in Arizona, Florida e Illinois. L’8 aprile l’ultimo contendente, Bernie Sanders, decide di abbandonare, lasciando così Biden unico candidato alle presidenziali.

Ad aprile Obama rilascia un video nel quale esprime il suo pieno sostegno all’amico ed anche gli ex avversari Sanders ed Elizabeth Warren chiedono agli elettori di appoggiarlo.

La campagna elettorale subisce rallentamenti a causa dell’emergenza Covid-19 e solo a giugno 2020 Joe Biden raccoglie i 1.991 delegati necessari per vincere le primarie, risultando il candidato democratico più votato della storia americana.

L’11 agosto 2020 annuncia che il suo vicepresidente sarà Kamala Harris, già senatrice della California e prima donna afroamericana scelta per questo ruolo.

In questo stesso mese prende il via la Convention del Partito Democratico che si svolge via streaming e Biden incassa l’appoggio di Michelle Obama e Colin Powell. In quest’occasione viene ufficialmente investito della nomination per le elezioni di novembre.

Il programma elettorale di Biden

Appartenente all’ala progressista e moderata del Partito Democratico, Joe Biden ha basato la propria campagna elettorale sull’obiettivo primario di consolidare la middle-class americana, cercando di portare il salario minimo ad almeno 15 dollari l’ora.

Il programma economico prevede una maggiore considerazione dei diritti sindacali dei lavoratori e la creazione di almeno 10 milioni di nuovi posti di lavoro.

Ci saranno grandi investimenti nella manutenzione delle infrastrutture pubbliche per puntare verso la cosiddetta clean-economy, cioè un’economia che sia eco-sostenibile anche nelle aree più rurali degli Stati Uniti.

Il problema del surriscaldamento globale è molto caro a Biden ed è uno dei capisaldi della sua agenda di governo. La volontà è dare nuovo slancio al settore delle energie rinnovabili e provare a incrementare il mercato delle vetture elettriche.

Il candidato democratico ha affermato di voler limitare le emissioni di gas serra e metano entro il 2050, chiedendo alle grandi società di impegnarsi in questo senso.

Per quel riguarda la politica estera, Joe Biden propone l’abolizione del Travel Ban che limita l’ingresso alle persone musulmane provenienti dalla Siria, e di tutte le politiche di asilo volute da Trump contro gli immigrati. Inoltre, l’intenzione è di ottenere una distensione nei rapporti commerciali con Cina e Iran che sono sempre più tesi.

Altro argomento scottante è quello del razzismo e, a differenza del presidente Trump, Biden si è schierato apertamente al fianco degli afroamericani e contro l’abuso di potere esercitato dalle forze di polizia americane.

Invece sul problema delle armi da fuoco in America, Biden ha annunciato di volere riprendere l’argomento sul quale era già intervenuto in Congresso negli anni Novanta.

L’intento è di introdurre misure più restrittive sull’acquisto e la detenzione di fucili e armi automatiche per mettere fine alle frequenti sparatorie nelle scuole e nei luoghi pubblici.

Joe Biden ha poi intenzione di dare nuova linfa al programma sanitario Obamacare, la grande riforma del 2010 che ha in parte provato a correggere i difetti della sanità negli Stati Uniti. Si cercherà di fornire ai cittadini nuove opzioni di assistenza pubblica per estendere la copertura ad un numero più elevato di lavoratori e famiglie.

Infine, Bien ha dichiarato che nominerà una donna di colore tra i 9 giudici della Corte Suprema.

I sondaggi delle elezioni 2020

Quella tra Donald Trump e Joe Biden è stata una battaglia aperta e dagli scenari imprevedibili. Infatti, l’ormai ex-inquilino della Casa Bianca ha subito un crollo evidente dei consensi a causa del rischio di impeachment prima e del problema del Covid-19 poi.

Proprio la gestione dell’emergenza sanitaria è stata motivo di forti critiche verso Trump, accusato dall’opinione pubblica americana di avere sottovalutato la situazione, favorendo così la diffusione del virus.

Nell’estate 2020 è riesplosa la polemica contro la polizia e l’uso eccessivo della forza nei confronti degli afroamericani. Grazie al movimento del Black Lives Matter, quasi ogni giorno si verificano violenze e manifestazioni nelle principali città degli Stati Uniti per protestare contro ogni forma di razzismo.

Trump da parte sua si è schierato in difesa delle autorità locali ed ha pubblicamente definito il Black Lives Matter come un’organizzazione marxista e discriminatoria.

Per questa ragione il tycoon è sempre più inviso alle comunità di colore e di immigrati, fetta della popolazione che ha largamente sostenuto Biden per arrivare alla vittoria finale.

Ad agosto si sono svolte le rispettive convention finali dei due partiti e non sono mancati gli attacchi frontali tra i due contendenti. Secondo il New York Times il discorso di accettazione della nomination di Biden è stato seguito da oltre 24 milioni di americani mentre quello di Trump da 21 milioni di spettatori.

Nei mesi scorsi i sondaggi davano il candidato democratico avanti di ben 12 punti percentuali ma la convention repubblicana sembra avere ridotto la forbice a circa l’8% di scarto. Come sempre, a fare la differenza saranno gli Stati in bilico come Florida, Ohio, Georgia e North Carolina.

Le proiezioni davano Trump indietro in alcuni Stati-chiave quali Arizona, Nevada, Minnesota e Pennsylvania e rispetto al 2016 sembra che si sia ridotto il numero di elettori indecisi.

Comunque, al di là di tutti i sondaggi e proiezioni, l’America e il mondo ricorderà per molto tempo queste elezioni, che hanno avuto un’affluenza senza precedenti, con il presidente uscente che non si è mai dato per sconfitto, provocando spiacevoli avvenimenti come l’assalto al Congresso.

Con la cerimonia dell’insediamento di Joe Biden e Kamala Harris, inizia un nuovo capitolo della storia americana, atteso con ansia in tutto il mondo.

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