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Musica House: storia, origini e evoluzione del genere in USA

Aprile 19, 2024 /

La house è un genere di musica americana che nasce nella prima metà degli anni ’80 ed è fortemente influenzata dalla disco music e da elementi del funk, del jazz e, in generale, dai generi musicali appartenenti alla cultura afro-americana.

Stando a Rick Snomann, il principale artefice della nascita dell’house music fu Frankie Knuckles, cui va riconosciuto il merito di essere stato il primo DJ a programmare e diffondere questa musica nella città di Chicago, e in particolare al “Warehouse Club“, aperto dal 1977 al 1982. Knuckles vi si esibiva in qualità di “resident DJ”, ed è proprio da questo famoso locale che il genere prende il nome.

Larry Heard sostiene invece che il nome “house” derivi dal fatto che questo tipo di musica, essendo completamente elettronica, è relativamente facile da produrre in casa attraverso drum machinesturntables e sintetizzatori, come del resto facevano i pionieri del genere nei loro home studio.

L’house music si fonda sul mixare e alterare tracce e campionamenti preesistenti e provenienti da vari generi: in primo luogo elettronici (dancedisco), poi quelli della tradizione musicale afro-americana, ossia jazz, funk e soul. A questi generi d’origine vanno aggiunte le contaminazione derivate da altre music etniche, fra cui quella latina, quella caraibica, e quella brasiliana.

Tecnicamente parlando, la house music è caratterizzata da una metrica in 4/4, un tempo compreso tra 110 e 135 battiti al minuto circa, dall’uso di synth e batterie elettroniche e dall’aggiunta di vocalità eseguite per lo più da cantanti femminili o sezioni di coro.

Warehouse, il tempio della musica house a Chicago

Nel 1977 Knuckles si trasferì a Chicago, diventando il DJ della discoteca Warehouse, mentre il genere garage house, maggiormente influenzato dall’R’n’B, fu fondato e guidato da Larry Levan. Quest’ultimo si esibiva al Paradise Garage, discoteca gay del quartiere di SoHo che Michael Brody aveva ricavato da un vecchio garage per auto (da qui il nome), attiva dal 1977 al 1987.

Al Garage venivano organizzate serate incentrate sulla danza (cosa non comune all’epoca) e ben presto divenne uno dei più importanti locali di New York, dove si esibivano importanti DJ della scena elettronica.

Nello stesso anno Frankie KnucklesLarry Levan e Nicky Siano, dalla console del Gallery di New York, sperimentarono nuove strade musicali come il mixing multitraccia, che consiste nel portare allo stesso “tempo” due dischi suonati consecutivamente, per poi passare dall’uno all’altro facendo proseguire la musica senza soluzione di continuità.

Knuckles e Levan erano molto amici, frequentavano regolarmente le feste a suon di musica soul e funk. David Mancuso, considerato uno dei pionieri della disco music, organizzava feste su invito presso il suo appartamento a New York (The Loft) a cui i più importanti DJ della prima ora non potevano mancare. Non si trattava solo di svago, ma anche dell’occasione per entrare in contatto e apprendere le tecniche impiegate nella produzione di musica house.

Il Warehouse era frequentato da molte persone afroamericane o di origine latina, in gran parte appartenenti alla comunità LGBTQ+, e che quindi vivevano una condizione di emarginazione rispetto al loro background etnico e religioso. La discoteca era il luogo perfetto in cui esprimere sé stessi senza nessun tipo di discriminazione o pregiudizio, e permetteva di formare una rete sociale alternativa.

La nascita ufficiale della house music

La nascita discografica ufficiale del genere house risale al 1983, quando la casa discografica Imports Etc. di Chicago iniziò a vendere dischi con la denominazione di “musica house” nel suo store (come riferimento diretto al sound del Warehouse Club).

La prima etichetta ufficiale fu la Dj International di Lerry Sherman, a cui seguì la Trax Records di Rocky Jone. Questo genere musicale diventò molto popolare quando si cominciò a diffondere nelle comunità latino-americane e afro-americane negli anni ’80, e in particolare nella città di Chicago.

Fra i primi brani pubblicati dalle etichette, va ricordato quello Jesse Saunders, che nel 1984 ebbe molto successo in quanto primo singolo house della storia: “On and On“. Un altro artista da ricordare è Farley “Jackmaster” Funk, un DJ che ha portato la musica house alla radio di Chicago ed è noto per aver prodotto il brano “Love Can’t Turn Around“.

Nel 1986 Larry Heard lanciò “Can you feel it“, che aprì il filone deep house, del quale Chicago si stava facendo portavoce. Un altro dei nomi storici della house di quel periodo fu Lil Louis, che nel 1989 pubblicò “French Kiss“, uno dei più grandi successi della storia della musica house, che gli valse un contratto discografico con la Epic.

Esistono molti sottogeneri della house, tra i più popolari troviamo: garage house, chicago houseacid house, deep house e techno house. Fra i protagonisti contemporanei di questo genere si ricordano Bob Sinclair e David Guetta, che raggiungono un vasto pubblico giovanile grazie anche alle numerose collaborazioni con artisti di diversa ascendenza.

Avvento dell’elettronica: dalla dance all’house music

La transizione dalla disco alla house music fu resa possibile grazie all’evoluzione degli strumenti elettronici, che iniziarono a essere impiegati in maniera sempre più massiva da DJ e producer per creare nuove sonorità. Sintetizzatori, drum machinecampionatori, sequenziatori e altri devices aprirono la strada alla creazione di generi, sottogeneri, fusioni e nuove correnti musicali.

Con l’avvento degli strumenti elettronici cambia il modo di fare musica, le tracce cominciano ad avere un ritmo costante, controllato tramite software o device elettronici, la durata del brano si allunga e il brano stesso diventa più definibile, riproducibile, mixabile e standardizzabile. Dagli anni ’90 in poi la house music esce dall’ambiente delle discoteche conquistando il mercato tradizionale.

Garage house

La garage house è un sottogenere della house, nato negli anni ’80 negli Stati Uniti. È stato sviluppato nella scena house di Chicago ed è caratterizzato da ricche influenze R’n’B, come si nota dall’impiego di riff di pianoforte e del coro gospel con voci femminili.

La garage house, a differenza della house music con forte influenza funk, è più guidata dalla voce e dalla melodia che dal ritmo. Gli strumenti principali alla base di questo genere musicale sono tre: sintetizzatore, sequenziatore e drum machine.

Tra i DJ più famosi della garage house troviamo Tony HumphriesLarry Levan e Junior Vasquez, noti per la loro versatilità e per l’importanza delle loro innovazioni.

Acid house

L’acid house è un tipo di musica dance elettronica con un ritmo marcato e ripetuto, nato a Chicago durante la seconda metà degli anni ’80. Questo genere musicale diede origine a una rinascita della psichedelia, non declinata secondo l’ideologia hippie degli anni ’60-’70, ma secondo una prospettiva edonista e ricreativa propria della nascente cultura rave, che in Inghilterra diede origine alla cosiddetta “Second Season of Love”.

Uno dei primi successi dell’acid house fu la pubblicazione del singolo “Acid Tracks dei Phuture (1987), prodotto da Marshall Jefferson. Uno dei membri dei Phuture era DJ Pierre, che ha contribuito allo sviluppo dell’acid.

La musica acid house è una variazione della musica house dance di Chicago, per il cui sviluppo fu fondamentale il sintetizzatore Roland TB-303 Bass Line. Nota per il suo tempo di 4/4 con cassa dritta, usa suoni e vocalità distorte, e un tempo compreso fra i 120 e i 130 battiti al minuto.

Deep house

La deep house è un genere di musica composta da un ritmo lento e melodico con un andamento iptnotico, fortemente influenzato dal jazz e dal funky, come attestato dall’uso di campionamenti con strumenti quali il sassofono e tromba. La parola “deep” si riferisce al suono profondo del basso, la musica presenta un tempo in 4/4 e utilizza un pattern di cassa costante che rimarca ogni pulsazione. Il tempo è compreso fra i 110 e i 125 battiti al minuto.

La nascita della deep house è fissata fra il 1985 e il 1986, rispettivamente gli anni in cui il fondatore Larry Heard lanciò i singoli “Mystery of Love” e “Can You Feel It“. Nel nuovo millennio il concetto di deep house è diventato una categoria ombrello, valida per tutta la musica house caratterizzata da un basso più tagliente.

Techno house

La techno house è la fusione tra house e techno. È nata a cavallo del millennio e si basa sull’incontro fra l’anima soul della house e i suoni elettronici e più freddi dei drum-kit della techno di Detroit: meno melodiosi, minimali. La maggior parte delle canzoni sono in 4/4 e presentano il tempo contrassegnato con grancasse sulla nota da un quarto e hi-hat ogni secondo ottavo.

Il suono viene elaborato in modo sofisticato grazie all’uso dei sintetizzatori e software, ma a livello armonico è molto lineare, con una certa ripetitività e un utilizzo diffuso di frequenze alte. La differenza fra la house e la tecno è che la musica house tende ad essere molto più calda, conservando un maggiore legame con gli strumenti analogici, tra cui chitarre, pianoforti e batterie acustiche (si tratta di una caratteristica ereditata dalla dance music).

I fondatori della musica techno sono Derrik MayJuan Atkins e Kevin Saunderson. Dei tre, Atkins fu il primo a fondarne le basi, attraverso la sperimentazione musicale portata avanti con il duo Cybotron, in collaborazione con Richard “3070” Davis. Il primo brano dei Cybotron, “Alleys of Your Mind” uscì nel 1981: si tratta di una traccia molto famosa, con impostazione electro e influenze dal synth-pop europeo.

Hip house

La hip house (o rap house) nasce nella seconda metà degli anni ’80 da una commistione fra la musica house e la cultura hip hop. Musicalmente, questa impiega gli stessi range di tempo della house di quel periodo (110-130 BPM), includendo elementi musicali quali vocalità rap e scratching.

Il genere si è sviluppato fra Chicago e Londra, il che ha comportato la nascita di una controversia su quale sia la prima traccia discografica che ne attesta l’esistenza. Alcuni propendono per “Rok da House“, degli inglesi Beatmasters, altri per “Turn Up the Bass“, del producer americano Tyree, entrambe prodotte nel 1986, anche se la traccia di Tyree è uscita nel 1988. Fra gli artisti rappresentativi del genere troviamo anche MARRS, Bomb the Bass e i Jungle Brothers.

Recentemente il genere ha visto un certo revival nella forma dell’electro hop, a cui si sono parzialmente dedicati, fra gli altri, Pitbull, Tiësto, Diplo e Kid Cudi.

Ghetto house

La ghetto house si è sviluppata dalla scena house di Chicago fra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, come parte della “seconda wave di Chicago” (di cui fa parte anche la hip house). Questa impiega colpi di cassa su ogni pulsazione, si presenta con ritmi di 4/4 e tempi piuttosto veloci (120-130 BPM), inserimento di vocalità rap tendenzialmente a tema sessuale o erotico e un uso minimalista della drum machine.

Questo genere, particolarmente spartano, è associato a uno stile di danza erotizzato e basato sul contatto fisico. Una delle tracce più iconiche del genere è “The Percolator” (letteralmente “la moka”) di Cajmere, del 1992. Gli artisti che lo rappresentano al meglio sono Jammin’ Gerald, DJ Deeon, DJ Milton e DJ Funk.

Jersey sound

Dall’evoluzione del soul caldo della deep e della garage house, nei primi anni ’80 si sviluppa a Newmark il Jersey sound (o New Jersey sound). Questo fu particolarmente influenzato dalla fiorente scena gospel che lo stato del New Jersey poteva vantare, oltre che dagli altri generi fondamentali della cultura afro-americana (soprattutto soul, jazz e R’n’B).

Di particolare importanza per lo sviluppo del genere fu il club Zanzibar, che a Newmark promuoveva la versione locale della garage e della deep house. Il Jersey sound è associato anche alla cultura ballroom, animata prevalentemente dalla comunità LGBTQ+ e basata sull’organizzazione di concorsi di bellezza liberi delle convenzioni delle scene drag più convenzionali (ossia aperti anche ai gay e alle donne trans).

Fra gli artisti del genere si ricordano Aly-UsJomanda e DJ Kerri Chandler.

Le 10 tracce essenziali

Eccoci adesso a un classico delle nostre rubriche musicali, ossia le dieci tracce più amate e importanti per capire l’evoluzione della house dalle origini ai primi anni ‘2000, presentate per voi in ordine cronologico:

  • “On and On” (1984) – Jesse Saunders: questo singolo è nato come registrazione parziale di un live set dell’autore e rappresenta la prima testimonianza discografica dell’esistenza della house music.
  • “Can You Feel It” (1986) – Larry Heard: il nome d’arte di Heard è Mr. Finger, ed è grazie a questa traccia (contenuta nell’EP “Washing Machine”) che possiamo attestare la nascita della deep house.
  • “Your Love” (1986) – Frankie Knuckles ft. Jamie Principle: questa traccia, prodotta da Knuckles sfruttando la vocalità acuta di Principle, rappresenta perfettamente la prima wave della house di Chicago, nonostante sia uscita nel 1986.
  • “Acid Tracks” (1987) – Phuture: il gruppo produsse questa traccia, contenuta in un EP omonimo, sperimentando con le drum machine. Il sound noise e il basso pesante la caratterizzano come una delle prime tracce acid house della storia.
  • “Turn Up the Bass” (1987) – Tyree: con questa famosa traccia comincia la storia della hip house nella sua versione statunitense.
  • “French Kiss” (1989) – Lil Louis: una traccia famosissima dal ritmo shakerato, capace di mostrare come la scena di Chicago si stesse evolvendo alla fine degli anni ’80.
  • “The Percolator” (1992) – Cajmere: anche se non una delle prime, questa traccia è quella attraverso cui molti ricordano la ghetto house. Il sound aspro e l’imitazione del suono della moka, infatti, la rendono difficilmente dimenticabile.
  • “Follow Me” (1992) – Aly-Us: come abbiamo visto, la deep house ha avuto una deriva ancora più soul nel New Jersey sound: ecco, questa traccia di Aly-Us è perfetta per esemplificare quel sound house con influenze gospel e corali.
  • “Drifting” (2000) – E.B.E: per farsi un’idea di che cosa sia la techno house statunitense non c’è niente di meglio di questa traccia, caratterizzata da un’anima soul e una sezione ritmica minimale e robotica.
  • “Tell Me Why” (2006) – Supermode: per chiudere la nostra lista, propongo una traccia prodotta da un producer inglese, dato che anche la house europea ha avuto un’importante storia. Il sound di “Tell Me Why” è pulito e raffinato, con una propensione melodica e un piglio commerciale.

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