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Musical: un successo made in USA

Tra i diversi generi musicali nati in America tra fine Ottocento e inizi Novecento, non si può non citare il musical, una forma contaminata di musica, teatro e successivamente entrata anche nel mondo del cinema. Il nome è l’abbreviazione di musical comedy, ovvero commedia musicale.

Il musical mescola canto e prosa, musica e danza e proprio quest’alternanza lo rende affine all’operetta europea, dalla quale sembra aver tratto ispirazione.

I più grandi successi del musical americano nel tempo hanno portato in teatro sempre più persone, affascinate dalle storie raccontate e dalla vivacità di balli e canti dal ritmo travolgente.

Ancora oggi a New York i teatri di Broadway mettono in cartellone i classici senza tempo come West Side Story, My Fair Lady, Chicago e tanti altri. Molti di questi titoli hanno avuto anche una versione cinematografica che ne ha amplificato la notorietà a livello internazionale.

Proviamo a comprendere nel dettaglio com’è fatto un musical, quali sono le sue origini e in che modo si è sviluppato tra teatro e cinema.

Le caratteristiche principali del musical

Con il termine musical s’intende uno spettacolo teatrale di tipo sentimentale o umoristico nel quale si alternano momenti di canto e ballo a dialoghi recitati.

Secondo i critici sembrerebbe derivare dalla cosiddetta operetta, un genere teatrale nato in Francia verso la metà dell’Ottocento che si caratterizzava per la presenza di parti cantate, ballate e altre recitate. Da questa però si differenzia per l’enfatizzazione della trama e per la semplificazione delle canzoni che possono essere cantate da attori che siano un minimo intonati.

Per altri studiosi invece le radici del musical risalirebbero addirittura all’Europa del Settecento, in particolar modo a L’opera dello straccione del drammaturgo inglese John Gay che inseriva piccoli brani musicali nella trama delle sue opere.

Le peculiarità dell’operetta sono state adattate al gusto americano che privilegiava le commedie brillanti ambientate nelle grandi città degli Stati Uniti. Nel musical sono quindi contenuti vari tipi di musica leggera, ispirati al jazz e alle opere liriche.

Si possono così intravedere diverse forme di linguaggio che vengono armonizzate e integrate alla perfezione. Nei musical ciascun elemento deve essere curato nei minimi particolari, dalle coreografie, canzoni, dagli attori fino ad arrivare alle scenografie, luci e costumi.

Di solito un’opera di questa specie non ha una durata ben definita o codificata ma in media dura da un’ora e mezza a tre ore. Al tempo stesso lo spettacolo è generalmente composto di due atti di cui il primo è quasi sempre più lungo del secondo.

Nel primo atto sono introdotti gran parte dei personaggi e delle canzoni più importanti e molto spesso si conclude con un conflitto irrisolto o problemi difficili da superare. Nel secondo atto, tutte queste avversità sono superate definitivamente, e accade di frequente che vengano ripetuti temi musicali già suonati all’inizio.

I dialoghi parlati sono intervallati da esibizioni canore ma accade che in alcuni musical le parti recitate siano quasi interamente cantate.

Per quel che riguarda le storie raccontate nei musical, gli autori possono sviluppare una trama del tutto nuova e originale oppure ispirarsi a opere teatrali, leggende, romanzi, eventi storici o pellicole cinematografiche.

foto del musical

Le origini del musical in teatro

La nascita del musical in America è stata associata al settembre del 1866 quando viene rappresentata al Niblo’s Garden Theatre di New York The Black Crook, commedia nata dalla collaborazione tra una compagnia di prosa e una di ballo e canto.

Il musical sembra così essere nato dai ceti borghesi e popolari della popolazione americana ed è diventato nel tempo una forma d’arte rivolta alle masse e a un pubblico eterogeneo. Infatti, la sua struttura consente a qualsiasi spettatore di seguire la storia in maniera scorrevole e più comprensibile rispetto alla prosa classica.

La tradizione del musical a stelle e strisce prende slancio dai grandi teatri di Broadway, a New York, per poi diffondersi in ogni angolo del Paese. Tra gli Anni Venti e gli Anni Cinquanta si vive una vera e propria età dell’oro, difficilmente replicabile.

Ogni giorno i teatri propongono opere diverse con più repliche al giorno per soddisfare le richieste di una platea sempre più numerosa. Bisogna sottolineare, però, che il successo del musical non è il prodotto del genio di una sola persona, ma di una cooperazione trasversale tra musicisti e scrittori.

Tra le tante collaborazioni vincenti si possono citare quelle tra Richard Rodgers e Oscar Hammerstein per Oklahoma e tra George Gershwin e suo fratello Ira per Funny Face e Lady be good mentre Cole Porter e diversi altri musicisti hanno osato cimentarsi anche nella scrittura.

A partire dagli Anni Cinquanta il boom del musical teatrale comincia a scemare per l’affermazione di nuovi tipi di musica, come il rock&roll, che meno si adattano alle tematiche melodrammatiche.

Già dagli Anni Sessanta però si assiste a musical innovativi e dissacranti: l’esempio più lampante è Hair che porta sul palco la cultura hippie tanto cara ai giovani, insieme a temi sociali quali la Guerra del Vietnam, il pacifismo e la rivoluzione sessuale.

Fra i compositori più influenti del musical moderno c’è indubbiamente Andrew Lloyd Webber, autore di una serie di capolavori quali Jesus Christ Superstar, Evita, Cats e The Phantom of the Opera.

Il musical cinematografico

Per una serie di motivi legati alla provenienza geografica e all’uso della lingua inglese, il musical teatrale per decenni si è diffuso poco al di fuori dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, ad eccezione dell’Italia e di pochi altri Paesi. Oggi è prevalentemente conosciuto per i film, più che per le commedie da teatro.

Con l’avvento del cinematografo e del sonoro negli Anni ’20, il musical ha oltrepassato i confini del teatro per sbarcare al cinema, diventando un vero e proprio genere indipendente. Ciò è stato possibile per merito delle grandi case di produzione di Hollywood, che proponevano pellicole che hanno decretato in seguito lunghi sodalizi artistici tra registi e attori-cantanti.

Fra i primi musical cinematografici c’è “The Love Parade” di Ernst Lubitsch, il quale nel 1929 lancia nel firmamento delle star americane il duo Jeannette MacDonald e Maurice Chevalier.

Negli Anni Trenta è la volta della più celebre coppia nel mondo del musical, Ginger Rogers e Fred Astaire, i quali gireranno insieme ben 10 film, tra cui “Carioca” nel 1933, “Cappello a cilindro” nel 1935 e “Seguendo la flotta” nel 1936.

Nel decennio successivo e nei primi Anni ’50 fanno il loro ingresso nella scena nuovi ed eclettici registi. Uno dei più emblematici è stato Vincente Minnelli, che regalerà alla storia capolavori del calibro di “Un americano a Parigi” e “Gigi“. Intanto si affermano molti altri talentuosi artisti quali Judy Garland, premio Oscar per “È nata una stella“, e soprattutto Gene Kelly, imperdibile nel film “Cantando sotto la pioggia“, del 1952.

Nei primi anni ’60 si compie il passaggio dal cinema classico e quello moderno, così il musical si adegua a questa trasformazione. Il 1961 segna il debutto di “West Side Story“, uno dei film musicali più premiati e apprezzati dalla critica, al quale seguiranno altri film memorabili come “My Fair Lady“, “Mary Poppins“, “Tutti insieme appassionatamente“, “Hello Dolly” e “Funny Girl“.

Parlando poi del musical negli anni ’70, non si può non citare anche Bob Fosse, che nel 1972 lancia Liza Minnelli con “Cabaret“, così come non si possono non ricordare successi come “Chicago“, “Sweet Charity” e “All That Jazz“. Le tendenze più sperimentali dell’epoca si manifestano pienamente in musical più sovversivi e di rottura, a cominciare da “Jesus Christ Superstar” per arrivare a “The Rocky Horror Picture Show” e “Hair“.

Tra gli Anni ’70 e gli Anni ’80 esplode la disco-music ed è in questo solco che si collocano “La febbre del sabato sera” e “Staying Alive“. Di diversa categoria sono le pellicole meno legate a una specifica moda e più incentrate sull’efficacia della trama interna, come “The Blues Brothers“, “Fame” e “A Chorus Line“.

Fra gli Anni ’80 e ’90 si verifica anche la cosiddetta “Disney Rainessence“, con il ritorno al musical animato e alle narrazioni conosciute (“Aladdin“, “La sirenetta“).

Fra i titoli di fama internazionale sfornati da Hollywood negli ultimi anni si ricordano “Sister Act“, “Moulin Rouge“, “Evita“, “Mamma Mia!”, a cui ha partecipato anche la famosissima Meryl Streep, e il più recente “La La Land“, con Emma Stone e Ryan Gosling come protagonisti.

Quali sono i musical più famosi?

Si propone ora una doppia lista dei dieci musical più famosi ciascuna, una per i musical cinematografici e una per i musical teatrali. Come facciamo per ogni nostra rubrica, le liste saranno organizzate in ordine cronologico. Attenzione: alcuni titoli saranno presenti in entrambe le liste, poiché presentano due versioni: una teatrale e una cinematografica, entrambe importanti.

Musical teatrali:

  • “Irene” (1919): si tratta di uno dei primi musical propriamente americani. Irene è una ragazza irlandese che si fa strada verso il successo.
  • “Show Boat” (1927): uno dei più importanti musical degli Anni ’20, incentrato sulle vicende di un equipaggio nautico.
  • “Oklahoma!” (1943): è stato importantissimo per lo sviluppo del musical. Il titolo deriva dall’ambientazione e parla di un amore difficile.
  • “On the Town” (1945): molto rappresentativo della sua epoca, si incentra sulla storia di tre marinai della marina americana.
  • “My Fair Lady” (1956): campione del genere negli Anni ’50. Trama: una ragazza umile scala la società.
  • “West Side Story” (1957): capolavoro dal cast stellare, la trama risponde alla domanda: “E se Romeo e Giulietta fosse ambientato nella Manhattan degli Anni ’50?”.
  • “Gypsy” (1959): altro caposaldo della “Golden Era” dei musical, parla di una famiglia di attori di vaudeville.
  • “Fiddler on the Roof” (1964): molto amato negli Anni ’60, racconta di un possidente ebraico e della lotta per mantenere le sue tradizioni.
  • “Chicago” (1975): ambientato negli Anni ’20, con due star omicide come protagoniste.
  • “The Phantom of the Opera” (1986): basato su un romanzo di Gaston Leroux, già dal nome questo musical si è imposto alla memoria del pubblico.

Musical cinematografici:

  • “Il mago di Oz” (1939): capolavoro del duo Rogers/Astaire, sarà un riferimento per tutti i film musical successivi.
  • “Un americano a Parigi” (1951): versione cinematografica di un sempreverde teatrale, narra di un soldato americano che resta a Parigi dopo la Grande Guerra per diventare pittore.
  • “Cantando sotto la pioggia” (1952): Famosissimo musical sul passaggio dal cinema muto al sonoro e sull’amore.
  • “West Side Story” (Film, 1961): si tratta dell’adattamento del capolavoro teatrale omonimo, ebbe un successo anche maggiore.
  • Jesus Christ Superstar (1973): Una riscrittura sperimentale della storia di Gesù, è una dei più importanti musical rock.
  • “The Rocky Horror Picture Show” (1975): Musical sperimentale, incentrato sulla figura di uno scienziato pazzo travestito e classificabile come commedia horror.
  • “Grease” (1978): forse il musical più famoso in assoluto, racconta dell’amore fra un duro e una brava ragazza negli Anni ’50.
  • “La bella e la bestia” (1991): anche se si tratta di un film d’animazione, formalmente è un musical perfettamente rappresentativo della Disney Rainescence.
  • “Moulin Rouge!” (2001): ambientato nella Parigi bohemienne, racconta dell’amore fra un poeta e una cortigiana.
  • “Mamma Mia!” (2008): commedia musicale leggera, basata su un precedente teatrale e famosa per le canzoni degli ABBA.