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Rock: le origini del mito negli Stati Uniti

La musica rock è un genere musicale tra i più amati e apprezzati del mondo e, come molti altri, si è sviluppato dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra per diventare poi un fenomeno internazionale. In particolare, può essere considerato una categoria della popular music che ha mosso i primi passi agli inizi degli anni ’60.

Oggi il termine rock ha assunto una connotazione sommaria ed è utilizzato per riferirsi in maniera generica a una quantità enorme di sottogeneri che hanno finito con il ramificarsi e sovrapporsi sempre più. Pe evitare questa ambiguità, alcuni si riferiscono a tale varietà di generi come guitar music (letteralmente “musica fatta con la chitarra”, strumento principe della formazione rock).

Principalmente, il rock trae ispirazione dal rock&roll, ma al suo interno confluiscono vari stili quali country, R&B e musica folk. In seguito, il rock ha subito anche l’influenza di blues, jazz, funk e soul.

Appare evidente come il mondo della musica rock sia estremamente variegato e complicato da inquadrare in un percorso lineare. Proviamo quindi a comprendere meglio com’è nato il rock, quali sono i suoi tratti distintivi e a quali correnti ha dato vita nel corso degli anni.

Gli elementi caratterizzanti della musica rock

La musica rock si basa essenzialmente sull’uso di alcuni strumenti specifici che ne rendono inconfondibili le sonorità, come la chitarra elettrica. In genere questa è accompagnata dalla batteria e dal basso elettrico, che servono a comporre la sezione ritmica.

Molto spesso si integravano differenti tipi di organo elettrico, mentre dagli anni ’60 nei complessi rock fanno la loro comparsa i primi sintetizzatori.

Nelle rock band sono impiegati anche altri strumenti, anche se meno frequentemente. Fra questi abbiamo l’armonica a bocca e il sassofono, generalmente utilizzati per delle piccole parti soliste. Soltanto nei generi più complessi si trovano brani con inclusi ottoni e archi (per esempio violini o contrabbassi).

Per quel che riguarda invece la composizione dei gruppi rock, questi sono formati quasi sempre da 4 elementi, ovvero il batterista, il bassista, il chitarrista e il cantante. In alcuni casi le band possono arrivare a 5-6 elementi oppure essere composte soltanto da 2-3 persone. Solitamente non esiste una schematizzazione precisa dei ruoli in quanto un musicista può ricoprirne più di uno. Generalmente, il ruolo di prominenza viene dato al cantante, che è allo stesso tempo un’icona e un catalizzatore di attenzione dal punto di vista del pubblico.

La musica rock è generalmente strutturata su ritmi in 4/4, nei quali l’accento musicale è spostato sul secondo e quarto movimento. La melodia e le armonie sono spesso derivate da generi popolari (blues, country), ma a volte si spingono verso terreni più complessi, soprattutto nelle correnti più ricercate del genere.

Da un punto di vista dei testi e dei contenuti, il rock ha contribuito alla diffusione di molti movimenti sociali e culturali, soprattutto tra gli anni ’60 e ’70. Negli Stati Uniti ha avuto un ruolo centrale nella diffusione della cultura hippie e in generale della controcultura giovanile, dando voce ai canti di protesta e alle rivolte contro la guerra, il conformismo e il consumismo.

La musica rock e l’eredità del rock&roll

Alcuni critici musicali tendono a considerare il rock in continuità con il rock&roll, ma i due generi non devono essere confusi, poiché separati da vari aspetti.

Il rock&roll ha conquistato la vetta delle hit-parade negli anni ’50, per poi diffondersi in tutto il mondo e diventare un vero e proprio fenomeno di costume. Affine alla country music e all’R&B, si caratterizzava per il ritmo incalzante fatto di sincopi e tempi frenetici.

Dal 1955 circa grandi cantanti quali Elvis Presley, Fats Domino, Chuck Berry, Little Richard e Jerry Lee Lewis lanciano capolavori indimenticabili quali “Love Me Tender”, “Can’t Help Falling in Love”, “Tutti Frutti”, “Rock Around the Clock” e “Johnny B. Goode”.

Da un punto di vista puramente musicale, il rock riprende dal rock&roll la formazione strumentale, ma privilegia l’utilizzo di tastiere elettroniche e chitarre amplificate. Progressivamente si afferma l’uso della distorsione del suono chitarristico. I testi rock&roll sono più legati all’industria dell’intrattenimento e alle radici country, mentre i rocker si aprono maggiormente alle tematiche sociali e di attualità.

Il declino del rock&roll comincia intorno al 1960 e l’abbreviazione ‘rock’ è presto impiegata per indicare questo nuovo genere che ormai si stava emancipando e indirizzando verso nuove influenze.

Il boom negli Anni Sessanta

L’inizio del mito del rock trova le prime tracce nella surf music, nata sulle spiagge della California e associata alla cosiddetta surf culture. I gruppi di riferimento utilizzavano un riverbero chitarristico “pesante” per imitare il moto delle onde.

Questa prima forma di rock traeva sempre spunto dal rock&roll e toccherà il suo apice di popolarità grazie ai Beach Boys, che ci hanno regalato hit quali “Surfin’ USA”, “I Get Around” e “Barbara Ann”. Il genere ha avuto anche una corrente puramente strumentale, guidata da Dick Dale e i Del-Tones.

Soltanto dagli anni ’60 si può parlare di rock in senso più stretto. Dalla fama dei solisti degli anni ’50 si passa a quella delle band. Queste spaziano sempre più verso l’elettronica e mostrano un maggiore interesse per lo sviluppo degli aspetti scenici della performance.

I temi trattati nei testi rock comprendono la politica, il pacifismo e in generale la critica verso il mondo circostante e le prospettive future. Al tempo stesso, entrano nei testi elementi tipici della controcultura giovanile, quali l’uso di droghe, il conflitto familiare e la rivoluzione sessuale.

Negli Stati Uniti le scene musicali locali sviluppano connotazioni specifiche. Ad esempio, Texas e California si evolvono verso soluzioni psichedeliche, mentre Seattle è più votata a un sound aggressivo e sporco. Detroit, invece, è orientata a quello che sarebbe diventato il punk, grazie al pionierismo dei MC5 e dei The Stooges. A New York, infine, si sviluppa un un folk rock politicamente impegnato.

È però in California, e soprattutto a San Francisco, che i vari filoni del rock trovano un punto di contatto. Ciò avviene grazie alla controcultura, un’ideologia antisistema portata avanti dai sottoculture quale quella hippie, che credevano in un modo di vivere comunitario e antigerarchico del quale i giovani, anche attraverso l’espressione musicale, potessero assieme costruire il modello.

Il momento più emblematico della stagione d’oro del rock si ha con il famoso Festival di Woodstock, che si è svolto dal 15 al 18 agosto del 1969. Festival, questo, che ha inaugurato una nuova stagione per gli eventi massivi di tipo musicale negli U.S.A.

In quei tre giorni si esibirono i più conosciuti artisti del panorama rock americano di quegli anni, tra cui Carlos Santana, Joan Baez, Janis Joplin, Joe Cocker, Ten Years After, Jimi Hendrix e i Crosby, Stills, Nash & Young.

Woodstock chiude e corona definitivamente il periodo magico del rock a stelle e strisce degli anni ’60, anche a causa delle travagliate vicende biografiche che investono alcuni dei suoi maggiori esponenti, fra cui Jimi Hendrix, Jim Morrison e Janis Joplin.

I più importanti sottogeneri del rock

Non è semplice tracciare gli aspetti peculiari del rock, anche a grandi linee, perché nei decenni questo genere è diventato una corrente frammentata in un numero enorme di sottoclassi. Queste si distinguono per sonorità e altri aspetti (complessità dei codici musicali impiegati, radici storiche, formazione delle band).

Elencarle tutte è quasi impossibile. Tuttavia alcune di queste macrocategorie, come quelle dell’hardrock e del rock psichedelico, hanno una maggiore importanza, se vogliamo, perché hanno fatto da filo conduttore fra la cultura del rock delle origini e le sue incarnazioni più recenti, segnando la storia del genere fino ai giorni nostri.

Il folk rock

Con questa espressione si identifica un tipo di musica popolare che unisce la musica rock a quella folkloristica. La sua ascesa è strettamente legata alla rinascita del folk negli anni ’40-’50, e all’ibridazione del rock statunitense con quello proveniente dall’Inghilterra (soprattutto grazie all’influenza dei Beatles).

Il suono si basa su armonie vocali molto scarne e un uso minimalistico delle chitarre elettriche e delle distorsioni. Al tempo stesso si aggiungono elementi ripresi dalla musica country e folk più tradizionale, compreso quello di una vena lirica dei testi.

Il suo più noto esponente è senza dubbio Bob Dylan. Convenzionalmente, il 26 luglio 1965 segna l’origine del folk rock, giorno nel quale il giovane Dylan canta al Newport Folk Festival. In questo stesso anno il cantante americano pubblica successi del calibro di “Like a Rolling Stone” e “Mr. Tambourine Man”, “Blowin’ in the Wind” e “Knockin’ on Heaven’s Door”.

Nel frattempo, a New York nasce il celebre duo Simon & Garfunkel, saliti alla ribalta nel 1964 con il brano “The Sound of Silence“. Tra gli altri artisti che hanno lasciato il segno nel mondo del folk rock si possono inoltre ricordare le cantanti Joni Mitchell e Joan Baez.

Il rock psichedelico

Il rock psichedelico si è sviluppato negli Stati Uniti tra la metà degli anni ’60 i primi anni ’70. Il nome si riferisce allo stato di alterazione della coscienza indotto da sostanze psichedeliche quali funghi allucinogeni, LSD e cannabis, e alla cultura spiritualistica che la sperimentazione delle stesse ha generato nell’America del tempo.

La cultura psichedelica mirava a creare una comunicazione più profonda tra ascoltatore e musicista, anche attraverso l’utilizzo di sostanze psicotrope. Tra i precursori del genere ci sono senza dubbio i Grateful Dead, caratterizzati nella loro fase psichedelica da sonorità ipnotiche e dall’uso estensivo dell’improvvisazione.

Altra artista degna di nota per l’influenza sul genere è Janis Joplin, capace di catturare l’attenzione del pubblico grazie alla sua voce ruvida e riconoscibile. Ex leader della band Big Brother and the Holding Company, da solista si è imposta nel 1968 grazie alla canzone “Piece of My Heart”, diventata un cult.

Altro caposaldo del rock psichedelico è Jimi Hendrix, chitarrista e innovatore nel modo di suonare la chitarra elettrica. Nella sua musica è riuscito a fondere R&B, blues e soul con il rock, ed è passato alla storia anche grazie alla sua capacità performativa. Durante l’esibizione del 1967 a Monterey, ad esempio, incendiò la sua chitarra sul palco, mentre per la chiusura del Festival di Woodstock eseguì una straniante rivisitazione dell’inno americano.

Emblema del rock psichedelico sono stati anche i Doors, uno dei gruppi più iconici e amati della storia del genere. Segnati dalla precoce morte del cantante Jim Morrison nel 1971, hanno saputo creare una fusione perfetta tra rock, blues e jazz. Alcune canzoni, come “Light my Fire”, “The End”, “Hello I Love You”, “Riders on the Storm” e “Roadhouse Blues” sono diventate classici per molte generazioni.

Il punk rock

Il punk rock, spesso nominato soltanto punk, è una tipologia di musica rock che si è diffusa alla fine degli anni ’70. Si distingueva per la ritmica veloce, un sound aggressivo, essenzialità tecnica e testi provocatori, spesso con forti contenuti politici.

A fare da apripista per le sonorità del punk ci avevano già pensato i Velvet Underground di Lou Reed, che nella prima fase della carriera ha fortemente ispirato il movimento per poi spostarsi verso altre sonorità. La genesi si situa parallelamente anche a Detroit, dove il giovane Iggy Pop fonda la band dei The Stooges, caratterizzata per l’intensità delle esibizioni, l’uso aggressivo della distorsione chitarristica e delle percussioni.

Il primo vero gruppo punk rock sono però i Ramones, precursori rispetto agli inglesi Sex Pistols e Clash. Attivi soprattutto a New York, nel 1976 lanciano l’omonimo album di debutto. Durante la loro ventennale carriera ci regalano brani come “Blitzkrieg Bop”, “I Wanna Be Your Boyfriend” e “I Wanna Be Sedated”.

Sull’onda del successo dei Ramones il punk rock americano inizia a cambiare connotati alla fine degli anni ’70, generando sottogeneri quali post-punk, hardcore e new wave.

Il rock alternativo e il grunge

Negli anni ’80 fa la sua prima apparizione il rock alternativo, ma le sue influenze si avvertiranno per tutti gli anni ’90. L’aggettivo alternativo esprime un rifiuto per la musica commerciale e mainstream, e si traduce in testi aggressivi, tematiche ribelliste e un impiego di sonorità e modalità produttive mutuate dal punk.

Tra le prime band del rock alternativo abbiamo i The Feelies, i Violent Femmes, gli Hüsker Dü e i R.E.M. Questi ultimi pubblicano nel 1983 il loro primo album, “Murmur”, ritenuto una vera e propria pietra miliare della musica alternativa. I R.E.M, come altri complessi citati, iniziarono la loro carriera nel contesto delle radio dei college americani, per poi esplodere (con poche altre) e raggiungere le major.

In quello stesso periodo nei sobborghi di Seattle prendeva forma una nuova evoluzione dell’alternative rock, il cosiddetto grunge, che attinge sia dal punk rock che dall’heavy metal.

La parola in inglese significa sporco, trascurato, nasce come termine associato al sound di alcune band punk e post-punk e diventa un riferimento all’aspetto dei cantanti delle band che praticavano questo genere. Rispetto a quelli del punk politico e ribellista, i stesti grunge sono più introspettivi e incentrati sulla rabbia, l’esperienza depressiva e l’insofferenza verso un’esistenza passiva.

I gruppi pionieri del genere sono gli Skin Yard, i Green River e i Soundgarden, ma il grande successo a livello planetario arriva soltanto nel 1991, quando i Nirvana di Kurt Cobain pubblicano “Smells Like Teen Spirit“, estratto dal disco “Nevermind”.

Il sound dei Nirvana è leggermente più melodico rispetto a quello dei suoi predecessori, ma riesce comunque a dare un’impronta inconfondibile allo stile grunge. Nello stesso solco si formeranno altri gruppi di enorme fama, come i Pearl Jam e gli Stone Temple Pilots.

I 10 album per capire il Rock

Come di consueto per gli articoli che dedichiamo ai vari generi della musica americana, proponiamo una lista di dieci dischi che esemplifichino lo sviluppo del rock e dei suoi sottogeneri principali. Ecco la lista organizzata in senso cronologico:

Surfin’ Safari” (1962) – The Beach Boys: caratterizzato da canzoni che celebrano la cultura surf dell’epoca e il relativo stile di vita, rappresenta l’anello di congiunzione fra il rock’n’roll e il rock vero e proprio.

Highway 61 Revisited” (1965) – Bob Dylan: questo rappresenta uno degli album più compiuti di Bob Dylan, nonché uno dei capisaldi del folk rock.

Are You Experienced” (1967) – The Jimi Hendrix Experience: l’album di debutto della band inglese/americana capitanata dal leggendario chitarrista è uno dei dischi rock più importanti di sempre, a cavallo fra blues, psichedelia e radici R’n’B.

The Velvet Underground & Nico” (1967) – The Velvet Underground: prodotto da Andy Warhol, questo album rock dalle sonorità ruvide e inedite avrà una enorme importanza per il sorgere del punk.

The Stooges” (1969) – The Stooges: anche questo album è stato importante per la formazione del punk, ed è particolarmente rappresentativo della scena rock di Detroit.

Hot Rats” (1969) – Frank Zappa: secondo album del musicista e compositore americano, uno dei più complessi di quel periodo storico, perfettamente rappresentativo del progressive rock e, in generale, del rock sperimentale e “d’arte”.

Born to Run” (1975) – Bruce Springsteen: si tratta di un album di svolta per il cantautore americano, sia perché lo sposta verso sonorità decisamente rock, sia perché lo consacra sul piano del successo di pubblico.

Ramones” (1976) – Ramones: con questo album debutta la band americana che inizierà la storia del punk vero e proprio, grazie alla sua semplicità iconoclasta e aggressiva.

Nevermind” (1991) – Nirvana: questo album, e in particolare alcuni singoli da esso estratti (come “Smells Like Teen Spirit”) apriranno al grunge la strada verso il grande pubblico.

Automatic for the People” (1992) – R.E.M: con questo album i R.E.M segnano uno dei punti più alti del rock alternativo, nonché una delle pietre miliari della musica popolare degli anni ’90.