Cerchi un viaggio organizzato? Chiedi un preventivo

La scoperta dell’America: storia, riassunto e mappa concettuale

La scoperta dell’America e la colonizzazione dei nuovi territori del Nuovo Mondo sono due degli eventi storici più importanti della storia occidentale. Com’è arcinoto, il navigatore Cristoforo Colombo ha avuto un ruolo primario in questo cambiamento epocale.

Di seguito analizziamo luci e ombre della scoperta del Nuovo Mondo, per poi concentrarci sulle sue conseguenze (economiche, sociali e… culinarie).

La scoperta dell’America riassunto

Quella che nei paesi europei è stata narrata come “scoperta” dell’America è uno dei capitoli fondamentali del processo di espansione dell’Occidente europeo al di fuori dei suoi confini continentali. Non fu propriamente una scoperta, in realtà, perché gli esploratori vichinghi avevano già raggiunto il continente nord-americano, probabilmente approdando nell’attuale Terranova.

In ogni caso, questo avvenimento ha creato le condizioni per la futura unificazione a livello globale di un’economia basata sul capitale, sull’impresa e sullo sfruttamento del lavoro (anche schiavile), e parallelamente per l’esportazione dello stile di vita e della cultura europei.

Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo approda a Guanahani (ribattezzata San Salvador), convinto di aver raggiunto le Indie da Occidente. Le prime impressioni di Colombo sono riportate nel famoso Diario della navigazione del primo giorno:

“Vanno tutti nudi come la madre li ha fatti… Essi debbono essere dei buoni servitori e di buon ingegno, perché vedo che ripetono subito ciò che dico loro. E credo che facilmente possano farsi cristiani, perché mi è parso che non avessero alcuna religione”.

La nudità fisica rinvia dunque alla nudità spirituale e religiosa.

Tra il 1492 e il 1504 l’esploratore italiano, protetto e finanziato dai monarchi cattolici di Spagna, guidò quattro spedizioni marittime transatlantiche spagnole alla scoperta dell’America Centrale, dei Caraibi e dell’America Meridionale.

La diffusione delle conoscenze sul Nuovo Mondo inaugurò il periodo noto come Età delle Scoperte. In questo periodo si realizzarono la colonizzazione delle Americhe, un relativo incontro etnico-biologico e la nascita del commercio transatlantico. L’avvio della colonizzazione del Nuovo Mondo ha avuto un impatto talmente grande nella storia dei due continenti che le storie eurocentriche hanno spesso indicato il 1492 come la data di inizio dell’era moderna.

Allo sguardo europeo il territorio panamericano apparve come caratterizzato da un grande vuoto (di civiltà, di fede, di economia) da riempire. L’incomprensione, il disinteresse europeo per una comprensione non pregiudiziosa delle realtà amerindie impedì loro di intenderne la complessità. Le popolazioni del Nuovo mondo furono ridotte allo stereotipo del selvaggio, del primitivo, del senza-storia.

Storia delle spedizioni di Cristoforo Colombo

Colombo impiego più di dieci anni per convincere i regnanti spagnoli a finanziare il suo viaggio. Come è noto, i suoi calcoli sulla dimensione del globo erano seriamente sottostimati, come numerosi consiglieri dei sovrani rilevarono più volte. Stando alle sue stime e non conoscendo l’esistenza del continente americano, Colombo era convinto che navigando verso Ovest dalla Spagna sarebbe riuscito a raggiungere le Indie Orientali.

Isabella di Spagna alla fine decise di finanziare il viaggio perché temeva che Colombo sarebbe riuscito a farsi finanziare da un’altra corona, e non voleva perdere l’occasione di arricchire ed espandere il suo regno nel fortuito caso che l’esploratore avesse avuto davvero ragione. Lo scetticismo di Isabella è desumibile anche dalla generosità dei privilegi concessi a Colombo nel caso di successo (e, quindi, ritorno), stabiliti con la Capitolazioni di Santa Fe del 1492.

Nel contratto stipulato con i regnanti spagnoli si stabiliva che Colombo sarebbe diventato viceré di tutti i territori scoperti. Gli furono inoltre assicurati un titolo ereditario e il 10% di tutti i metalli preziosi estratti nelle terre che sarebbe stato in grado di conquistare per la Spagna. La piccola flotta di Colombo lasciò il porto spagnolo di Palos il 3 agosto 1492, con circa 90 uomini di equipaggio.

Questa era composta da tre navi, i cui nomi sono poi rimasti nella storia: la Niña (ragazza), la Pinta (dipinta) e la Santa María. Contrariamente a quanto si ripete, non erano tutte e tre caravelle: la Santa Maria, infatti, era una nave leggermente più grande, un modello conosciuto come caracca.

A tre giorni dall’inizio della navigazione la Pinta subì un danno all’albero e una rottura del timone, che resero obbligatoria una sosta presso le isole Canarie. II 6 settembre le tre navi ripresero il mare. Colombo mantenne la prua verso occidente fino al 7 ottobre, quando, su consiglio di Martin Pinzòn (comandante della Pinta), decise di dirigersi verso sud-ovest.

Nel frattempo cresceva il malcontento e la sfiducia dell’equipaggio nei confronti del proprio comandante, il cui progetto, col passare dei giorni, sembrava sempre più votato al fallimento. Proprio quando ormai si stavano perdendo le speranze, l’11 ottobre gli equipaggi avvistarono grandi stormi di uccelli, e, una volta catturati, stabilirono che si trattava di uccelli di terra, così venne modificata la rotta per seguirli.

Nella notte dell’11 Ottobre, colombo racconta di aver avvistato quelli che gli sembravano dei fuochi e, all’alba del giorno successivo (12 Ottobre 1492) finalmente fu avvistata anche la terra del Nuovo Mondo, e in particolare di quella che oggi si suppone fosse l’attuale isola di San Salvador.

Colombo chiamò gli indigeni indios (parola spagnola per ‘Indiani’) poiché era convinto di aver raggiunto le Indie Orientali. I primi incontri furono con i popoli Lucayani, Taíno e Arawak. Vedendo che i nativi indossavano ornamenti d’oro, Colombo decise di fare alcuni Arawak prigionieri li obbligò a guidarlo verso la fonte dell’oro. Dall’uso di armi e tattiche militari rudimentali capì che questi popoli erano facilmente conquistabili.

Colombo annotò informazioni sui popoli, sulla loro cultura e il loro stile di vita. Esplorò poi la costa nord-orientale di Cuba e la costa nord-occidentale di Hispaniola (l’odierna Haiti). Qui, la Santa Maria si incagliò nel giorno di Natale, il 25 dicembre 1492, e dovette essere abbandonata. Colombo fu accolto capo dei nativi Guacanagari, che gli diede il permesso di lasciare alcuni dei suoi uomini indietro. Fino a quando non si incontrò con Pinzón e la Pinta il 6 gennaio, Colombo continuò a navigare lungo la costa settentrionale di Hispaniola con una sola nave.

Il 13 gennaio 1493, Colombo fece la sua ultima sosta nella Baia di Rincón all’estremità orientale della penisola di Samaná, nel nord-est di Hispaniola. Vi trovò i Ciguayos, gli unici fra i vari popoli nativi che si opposero violentemente alle pretese degli europei durante questo primo viaggio.

Il ritorno in Spagna delle due caravelle rimaste fu tutt’altro che semplice. Inizialmente le due navi si trovarono all’interno di una grande tempesta, poi furono costrette a rimanere al largo per una notte perché il cavo dell’ancora si era spezzato contro degli scogli affilati. Il 15 Febbraio riuscirono a sbarcare nelle Azzorre, e in particolare a Santa Maria, ma le difficoltà non erano finite: qui metà dell’equipaggio che si era recato in preghiera fu fatto prigioniero. Il governatore locale credeva che i marinai fossero pirati, ma non riuscendo a ottenere confessioni né a catturare Colombo, dopo due giorni li rilasciò.

Una volta tornato in Spagna, Colombo fu accolto trionfalmente. Con sé aveva riportato campioni di oro e gioielli, alcuni nativi fatti prigionieri, la pianta del tabacco e persino un tacchino. Nella lettera che fece circolare e fu tradotta in svariate lingue, Colombo descriveva la nuova terra, Hispaniola, come un luogo paradisiaco e lussureggiante, vergine e pronto per lo sfruttamento. Molte persone si convinsero che i luoghi in cui Colombo era approdato erano effettivamente parte delle Indie Occidentali, fra cui Papa Alessandro VI, che emise tre bolle oggi conosciute unitariamente come Bolla di Donazione, in cui garantiva alla Spagna e al Portogallo la colonizzazione e la spartizione dei bottini provenienti dalle nuove terre. Lo storico papale Peter Martyr, tuttavia, non era convinto della natura indica delle nuove terre, e nel 1493 descrisse Colombo come lo scopritore di un Novus Orbis (Nuovo Mondo).

Sull’onda del successo della sua impresa Colombo si imbarcò subito di nuovo per il Nuovo Mondo. In totale, i viaggi di scoperta dell’italiano verso questa terra furono quattro. Di seguito i dettagli degli altri tre:

  • Secondo Viaggio (1493-1496): Durante questa spedizione, Colombo toccò terra a Guadalupe, esplorò le Piccole Antille, si fermò a Porto Rico e Hispaniola. Esplorò le coste di Cuba e fondò la colonia di Isabela.
  • Terzo Viaggio (1498-1500): Il terzo viaggio ebbe inizio il 30 maggio 1498. Colombo, seguendo una nuova rotta a sud attraverso le isole del Capo Verde. Durante la spedizione venne scoperto il continente sudamericano e vennero esplorate le coste del Venezuela.
  • Quarto Viaggio (1502-1504): Il quarto viaggio iniziò l’11 maggio 1502. Colombo navigò lungo le coste dell’America centrale, e visitò luoghi come Nicaragua, Honduras, Costa Rica e Panama. Inoltre, fece tappa nelle isole di Quiribrí e Cariay.

L’aspetto avventuroso e trionfale della vita di Cristoforo Colombo e della scoperta dell’America hanno una controparte tristemente nota. Già dal secondo viaggio, la priorità di Colombo fu quella di evangelizzare i nativi, di schiavizzarli e di sfruttarli come forza lavoro. L’intento del navigatore era quello di stabilire rotte commerciali con l’attuale Cina e l’attuale Giappone, ma non avrebbe mai trovato quelle terre per ovvi motivi.

Colombo inviò dei militari presso le terre che sarebbero state colonizzate. Gli uomini del generale con cui condivise il suo vicereame dal 1494 abusarono e torturarono gli indigeni per due anni senza farli battezzare, nonostante la cristianizzazione fosse sulla carta una priorità primaria. Nel 1500 furono inviati i primi indigeni come schiavi in Europa, che morirono o si ammalarono durante il viaggio.

Ogni nativo con più di 14 anni doveva pagare una tassa in cotone ai nuovi regnanti, mentre nei territori dove si supponeva ci fosse l’oro quella tassa era in polvere d’oro. Molti non riuscivano a pagare, così si toglievano la vita, oppure subivano la pena predisposta: il taglio delle mani, che avrebbe sicuramente portato alla morte successivamente. La tortura e la pena di morte erano regolarmente utilizzati contro crimini minori.

Rivoluzione alimentare dopo la scoperta dell’America

Dopo la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, le abitudini alimentari degli europei furono trasformate in modo profondo a permanente grazie all’introduzione di una grande varietà di nuovi alimenti provenienti dal Nuovo Mondo. Questa piccola rivoluzione non si limitò a modificare la dieta degli europei, ma ebbe anche profonde conseguenze sociali, culturali ed economiche.

Patata

Una delle introduzione più ricche di conseguenze fu quella delle patate, provenienti dalle Ande sudamericane. Quella della patata divenne rapidamente una coltura chiave in Europa, facilitata dall’adattabilità della specie al nuovo clima. La patata era apprezzata anche per la ricchezza di sostanze nutritive, e in molte regioni divenne un alimento basilare della dieta, contribuendo a combattere la fame e ad assicurare una maggiore sicurezza alimentare.

Mais

Un altro rivoluzionario alimento di origine americana importato in Europa fu il mais, che si diffuse in tutto il Vecchio Continente. Il mais rappresentava una nuova fonte di carboidrati, e in quanto tale si integrò nelle diete quotidiane di svariate comunità. Inoltre, la sua versatilità gastronomica ne fece il protagonista di molte preparazioni: dalla polenta italiana al pane di mais britannico.

Pomodoro

Anche l’introduzione dei pomodori trasformò la cucina europea. Considerati inizialmente velenosi, i pomodori divennero un ingrediente di molti piatti, tra cui il famosissimo sugo di pomodoro italiano e la salsa di pomodoro alla francese. L’avvento del pomodoro e il suo protagonismo nella creazione di nuove pietanze fu talmente profondo che oggi la pianta è associata direttamente alla dieta mediterranea. Ad esempio: per noi oggi è difficile pensare la pasta senza poi correre con la mente al pomodoro.

Spezie

Dall’America, poi, arrivarono anche spezie e condimenti. Il pepe nero era già conosciuto in Europa in quanto importato dall’India, ma la scoperta delle rotte oceaniche portò nel continente alcune varianti dell’alimento, come il pepe di Caienna. Dal Messico invece arrivò la vaniglia, di cui i golosi conoscono l’importanza nell’ambito della preparazione dolciaria.

Cioccolato

A proposito: dall’America arrivarono anche nuove fonti di piacere e vizio che presto si diffusero nel Vecchio Continente. Il cioccolato, proveniente dall’America centrale, divenne un lusso apprezzato in tutta Europa. Inizialmente veniva consumato come bevanda, ma poi si diffuse in forma solida e in molte varianti nelle corti aristocratiche, diventando con il tempo accessibile anche alle classi meno abbienti.

Tabacco

La diffusione del tabacco dall’America, inoltre, ebbe una grande conseguenza sulle abitudini sociali e culturali. La pratica del fumare diventò molto comune, portando alla creazione di nuove cerimonie e all’adozione di accessori come pipe e tabacchiere.

Frutti tropicali e canna da zucchero

La scoperta delle Americhe introdusse nuove varietà di frutta, come ananas, avocado e mango, che divennero presto sinonimi di lusso ed elevato status sociale. Infine, come dimenticare la canna da zucchero?

Questa pianta coltivata dai popoli Caribe e bisognosa di un clima tropicale fu massicciamente impiegata dagli europei per ricavarne lo zucchero bianco, o saccarosio. Questo dolcificante è ancora oggi il più diffuso in Europa e in Occidente in generale, ed ha un ruolo fondamentale nella cucina di tutto il mondo.

La scoperta dell’America mappa concettuale

Mappa concettuale della scoperta dell'america

Film sulla scoperta dell’America

Di seguito un elenco di sette film selezionati che trattano la tematica dei viaggi di scoperta e colonizzazione dell’America da parte degli europei:

  1. Aguirre, the Wrath of God (Aguirre, der Zorn Gottes) (1972): Questo film di Werner Herzog è un dramma storico ambientato nel 1500, ed è incentrato sulla spedizione dei conquistadores spagnoli che cercavano El Dorado.
  2. The Mission (1986): Si tratta di un film ambientato nel XVIII secolo che ritrae le missioni dei monaci gesuiti in Sud America, tematizzando lo scontro di culture durante l’era coloniale.
  3. 1492: The Conquest of Paradise (1992): Il film segue il viaggio di Colombo per le Americhe, centrandosi sulle battaglie e le realizzazioni del navigatore.
  4. The Other Conquest (La Otra Conquista) (1998): Film messicano raffigura le conseguenze della conquista spagnola dal punto di vista di un sopravvissuto indigeno azteco, Topiltzin.
  5. The New World (2005): Questo film di Terrence Malick esplora le prime interazioni tra i coloni inglesi insediati a Jamestown e gli indiani d’America.
  6. The Fountain (2006): Il film spazia tra diverse linee temporali: una di queste è ambientata proprio durante la colonizzazione spagnola dell’America.
  7. Eldorado (2008): Questo film esplora i miti e le leggende sulla ricerca della città dell’oro.

FAQ

La scoperta dell’America avvenne il 12 ottobre del 1942.

Fra i importanti troviamo: canna da zucchero, cacao, cioccolato, mais, patate, pomodoro, spezie, avocado, ananas e tabacco.

Fra i più conosciuti troviamo il tacchino, il bisonte, il lama, l’alpaca, alcune specie di equini, di cinghiali e di pappagalli.

Fonti consultate