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La Storia di Las Vegas dalle sue origini: il Flamingo e Bugsy Siegel

In principio era il deserto. Una polverosa distesa di nulla incorniciato da qualche arbusto arruffato e rocce impietose sotto il sole. Popolata da nativi, la zona di territorio che corrisponde a Las Vegas, era molto lontana da quello che oggi conosciamo come il luogo dei divertimenti più trash e desiderato dagli amanti del gioco.

Fu scoperto nel lontano 1829 da Rafael Rivera, un esploratore ispano-messicano che per puro caso si imbattè nelle acque del Las Vegas Spring. L’abbondante vena artesiana sancì la fortuna del luogo che si trovava lungo la strada per Los Angeles.

I pionieri iniziarono a fare sosta con le carovane presso Las Vegas Spring, dando così il via allo stanziamento di abitanti in pianta stabile. Grazie anche al passaggio della ferrovia, Las Vegas fu fondata come piccolo villaggio il 15 maggio del 1905.

Anche se la località era amena e decisamente sperduta, grazie alla nuova rete ferroviaria che veniva ampliata, fu riconosciuta come città nel 1911 quando, appunto, adottò quella che era la sua prima carta di diritto pubblico. Col passare del tempo il flusso dei pionieri divenne sempre più frequente e la città si espanse. Le attrattive naturalistiche attraevano i primi spauriti turisti, e assieme a loro anche personaggi legati alla malavita.

La rete ferroviaria era stata collegata a Salt Lake city e nel 1931 il Nevada abolì il divieto di gioco nello stato; l’equazione era semplice, i lavoratori dell’Hoover Dam iniziarono a frequentare la piccola cittadina per giocarsi i loro stipendi. In questo scenario prende corpo la figura affascinante, e per certi versi misteriosa, di Bugsy Siegel l’uomo dallo sguardo azzurro ghiaccio e dalla folta chioma nera, affascinante seduttore quanto spietato fuorilegge.

La sua “carriera” criminale inizia a New York, sua città nativa, dove insieme a Meyer Lansky formano la Bugsy-Meyer gang, una banda di ebrei spietati che gestiva un gruppo di killer. Durante gli anni ’20 Lucky Luciano e altri mafiosi italiani, si organizzarono in un sindacato nazionale. Bugsy divenne un elemento di spicco di questo gruppo che aveva lo scopo di eliminare i vecchi capi di New York. Nel 1931 Siegel fu uno dei quattro sicari che uccise Joe “The Boss” Masseria, il capo della mafia newyorkese.

Nel 1937 trasferì il suo contrabbando e il racket del gioco d’azzardo nella West Coast stabilendosi a Los Angeles. Qui organizzò dei casinò sulle navi, oltre a consolidare i racket della prostituzione, delle scommesse e dei narcotici. Nel 1945 si spostò a Las Vegas, per realizzare il suo sogno di creare una mecca del gioco d’azzardo nel deserto del Nevada. Con i soldi della mafia newyorkese, costruì il primo casinò.

Nel Natale del 1946 sorse così il Flamingo (ancora in attività al giorno d’oggi), lussuoso hotel che offriva ogni sorta di divertimento per quanto concerne il gioco d’azzardo.

Dal budget iniziale per la costruzione previsto in 1,5 milioni di dollari, si passò a 6 milioni. Lansky scoprì che lo sforamento era dovuto alla cattiva gestione e a furti di Siegel. Nel giugno del 1947 fu ucciso nella sua casa di Beverly Hills. I mandanti dell’esecuzione non sono mai stati scoperti, ma è probabile che fosse lo stesso sindacato a ordinare l’esecuzione, nonostante Lansky abbia sempre negato un suo coinvolgimento.

Quello che però è rilevante è il fatto che da allora Las Vegas iniziò a mutare faccia trasformandosi, tra neon policromi e matrimoni mordi e fuggi, nella culla del divertimento d’azzardo che oggi noi tutti conosciamo

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