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La guerra fredda

L’espressione guerra fredda fu coniata dal giornalista americano Walter Lippman e vuole caratterizzare una contrapposizione ideologica e uno scontro sul piano politico. Sul piano militare essa diede luogo ad una corsa ad armamenti sempre più micidiali e all’equilibrio del terrore. Non si arrivò ad uno scontro diretto tra le due superpotenze ma più volte il mondo fu sull’orlo di un terzo conflitto, una guerra nucleare.

Non mancarono le guerre locali e interventi delle superpotenze per bloccare, soprattutto nei paesi del Sud del mondo, i movimenti antimperialisti. La contrapposizione tra i due blocchi ebbe anche la conseguenza di radicalizzare le contrapposizioni interne ai vari paesi e creò un clima psicologico di diffidenza e di paura.

Già nel corso della seconda guerra mondiale Roosvelt (Stati Uniti), Stalin (URSS) e Churchill (Gran Bretagna) si erano incontrati per accordarsi sulla sistemazione politico-territoriale dell’Europa dopo la sconfitta di Hitler. La prima conferenza si tenne a Teheran (Iran) nel 1943, la seconda a Jalta (Crimea) all’inizio del 1945 quando l’armata rossa passata all’offensiva stava occupando parte della Germania. In questa occasione furono poste anche le basi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). La terza conferenza si tenne a Posdam (vicino a Berlino) nel 1945 dopo la sconfitta di Hitler.

Venuto meno il nemico comune, emersero contrasti e diffidenze reciproche tra gli Alleati che portarono alla spartizione del mondo in blocchi contrapposti. Nella Conferenza di Parigi (1946-47) per i trattati di pace si manifestarono contrasti tra Washington e Mosca intorno al destino della Germania.

La questione tedesca, la crisi greca, la nascita delle democrazie popolari nell’Europa orientale consolidarono la contrapposizione tra Paesi occidentali e URSS. Nel 1949 nacquero le due Germanie e in Cina fu proclamata la Repubblica Popolare Cinese, che entrò nel campo marxista, e si contrappose alla Cina nazionalista (Taiwan) schierata con l’Occidente.

Il mondo si trovava diviso in due blocchi contrapposti, caratterizzati da differenti modelli economici, da differenti organizzazioni sociali e istituzioni politiche. Da una parte (USA e alleati) l’economia capitalistica, il mercato, le libertà individuali e il pluripartitismo, dall’altra (URSS e alleati) l’economia pianificata, i diritti sociali, il partito unico.

USA e URSS erano superpotenze sul piano economico e su quello militare, impegnate in una gara che ben presto si estese alle ricerche in campo aereospaziale. Nel 1957 fu lanciato, da parte della Russia, il primo satellite mentre il primo uomo mandato sulla Luna fu un americano nel 1969.

Strumenti dell’egemonia economica degli USA furono gli accordi di Bretton Woods (1944) che stabilirono il Gold dollar standard, cioè decisero la convertibilità in oro del dollaro e ne fecero la moneta di riferimento sulla quale commisurare il valore delle monete nazionali e il lancio del Piano Marshall, un programma d’aiuti per la ricostruzione economica in Europa. Agli aiuti economici del Piano Marshall, l’URSS contrappose un’integrazione economica dei paesi.

La battaglia fu molto aspra sul piano della propaganda. I mezzi di comunicazione furono utilizzati dalle due parti per ottenere consenso e per attaccare e denigrare il nemico. La letteratura e il cinema recepirono il clima di scontro. Pesanti furono le influenze e le ingerenze delle superpotenze nella politica interna dei paesi loro alleati. Nelle democrazie popolari fu dispersa l’opposizione e imposta la direzione dei partiti comunisti, la Jugoslavia di Tito che difendeva la propria autonomia da Mosca fu esclusa dal Cominform.

Nei paesi europei alleati, e in particolare in Italia, gli USA operarono per evitare l’andata al governo dei partiti comunisti. Nel 1949 fu costituito il Patto Atlantico, un’alleanza difensiva tra USA, Canada, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Italia, Danimarca, Norvegia, Islanda e Portogallo, a cui si aggiunsero nel 1951 la Grecia e la Turchia e nel 1954 la Germania Federale, ma dal quale uscì la Francia nel 1966. Il Patto Atlantico portò alla costituzione di una forza militare integrata sotto un unico comando che prese il nome di Nato (North Atlantic Treaty Organization).

L’URSS rispose alle iniziative occidentali in campo militare con l’istituzione del Patto di Varsavia, nel 1955. Mentre nel primo dopoguerra ci fu una riduzione degli armamenti, dopo la sconfitta della Germania e del Giappone nel secondo conflitto mondiale, USA, Gran Bretagna e URSS mantennero una potente industria bellica e intensificarono le ricerche per la produzione di armi convenzionali e armi nucleari. Nel 1952 gli USA sperimentarono la bomba all’idrogeno e durante la guerra di Corea il generale MacArthur chiese di usare la bomba atomica contro la Cina. Nel 1949 anche l’URSS mise a punto la bomba atomica e poco dopo fu in grado di produrre la bomba all’idrogeno, gli USA non detenevano più il monopolio delle armi nucleari.

Il timore di un conflitto nucleare generò un incubo atomico collettivo che segnò la mentalità dell’epoca e ha lasciato tracce nella letteratura e nel cinema fece sorgere i movimenti pacifisti.

Con la scomparsa di Stalin (1953), pur restando alta la tensione e continuando il confronto ideologico e la corsa agli armamenti, s’iniziò a parlare di coesistenza pacifica. Negli anni ’60 fu eletto presidente degli Stati Uniti il democratico J.F. Kennedy, il quale nel discorso di insediamento espresse gli ideali guida della democrazia americana e al tempo stesso l’orgogliosa consapevolezza del ruolo mondiale degli USA.

La presidenza di Kennedy fece nascere grandi speranze sul fronte dei diritti civili dei neri. Nonostante i discorsi di distensione all’inizio degli anni’ 60 vi furono due gravi crisi tra USA e URSS: nel 1961 i sovietici costruirono a Berlino un muro per impedire la fuoruscita di tedeschi dell’Est.

Il muro venne abbattuto nel 1989 quando cadde l’Impero sovietico. Nel 1962 vi fu il confronto tra le due superpotenze dopo il tentativo sovietico di installare missili a Cuba. Tuttavia la guerra fu scongiurata, fu istituita una comunicazione diretta tra i due presidenti, la linea rossa, e fu firmato (1963) un accordo per la cessazione dei test nucleari. La definitiva fine del bipolarismo si ebbe nel 1991 in conseguenza della dissoluzione dell’URSS.

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